Poker, Las Vegas, pot limit hold'em: Minieri prova a tornare grande




Al termine del day2 dell’evento 19 delle World Series of Poker, il 27enne romano è tra i top 16 che si giocano la vittoria con 265 mila chip. In testa l'americano Jesse Martin con 402 mila

Forse ci siamo. Dopo anni di attesa, di speranze tradite, di errori, sfortune e sofferenze personali, Dario Minieri potrebbe essere pronto a tornare grande. Al termine del day2 dell’evento 19 delle World Series of Poker, un 5.000 dollari pot limit hold’em, il 27enne romano è tra i top 16 che domani si giocheranno la chance di vincere un braccialetto e 224 mila dollari di primo premio. Per tentare l’impresa Dario potrà contare su 265 mila chip, quinto in un chip count comandato dall’americano Jesse Martin con 402 mila chip, in cui i nomi del belga Davidi Kitai, 318 mila, del caldissimo statunitense Dan Kelly, 283.500, dell’ucraino Eugene Katchalov, 121.500, e del francese Bertrand Grospellier, 77 mila, fanno davvero paura.
LA CHANCE — Paura perché, blasone dei player citati a parte, il livello tecnico di questo day3 sarà certamente altissimo. Se però Dario non avesse perso in chiusura di giornata un coin flip con asso-re contro le due donne del bulgaro Danchev, di certo ad aver paura sarebbero tutti questi campioni, perché quando Minieri ha il doppio delle chip di qualunque altro avversario al tavolo per questi ultimi un bel blister di ibuprofene rischia di diventare una prescrizione obbligata per convivere con il mal di testa che la sfrontata aggressività dell’azzurro automaticamente genera nei rivali.

IL MITO — Fu così, giocando in modo scriteriatamente aggressivo che sei anni fa, proprio al Rio di Las Vegas, nacque il mito di Minieri. Perché è alle Wsop che questo ragazzo con la faccia da bimbetto e la passione per Magic, il gioco di carte strategico in cui si simula una battaglia tra maghi, è diventato vera e propria icona del poker italiano nel mondo. D’accordo, gli appassionati del texas hold’em nostrano hanno sognato anche quando lo hanno visto protagonista a diversi tavoli finali dell’European Poker Tour, come quello di Sanremo 2008 in cui il giovane romano fu terzo dopo aver a lungo dato filo da torcere ad un altro talento emergente d’allora, l’americano Jason Mercier. Ma la fama globale, il concetto stesso che misteriosamente impone a chiunque parli di texas hold’em e Italia di non poter prescindere dal nominare Dario Minieri, è qualcosa che è certamente nato con le imprese di Darietto a Las Vegas: ossia con quel braccialetto vinto nel 2008 in un 2.500 dollari no limit hold’em, e soprattutto con la sua cavalcata nel Main Event 2007, in cui un ragazzino che dimostrava molti meno dei suoi 22 anni fece impazzire tutti a colpi di bluff folli restando chip leader per giorni prima di finire 96°.