Sentenza Corte di Cassazione su PDC. La prima applicazione a Brescia. Assoluzione








  Il fatto non costituisce reato. Questa la formula assolutoria pronunciata dal Tribunale di Brescia nel processo a carico di un titolare di punto di commercializzazione e di un procacciatore incaricato da concessionario per la raccolta di gioco in line, indagati per i reati di cui all’art.4, commi 1 e 4 quater della legge 401/89.
L’imputazione penale e’ scaturita da un sequestro di tavolo da poker on line multipostazione, in fase di installazione e finalizzato al collegamento con portale appartenente a società’ concessionaria.
All’udienza fissata per l’audizione dei testimoni, la difesa, rappresentata dall’avvocato Marco Ripamonti del Foro di Viterbo, ha consentito al teste operante il sequestro di chiarire come la portata della contestazione non fosse riferibile alla norma di cui al comma 1, che prevede la raccolta abusiva in difetto di titolo, rappresentato invece dalla concessione in capo al titolare del portale, bensì’ alla sola contestazione di cui al comma 4 quater attinente alla raccolta difforme alle previsioni di legge e di concessione, atteso che ad avviso della Procura della Repubblica non si sarebbero potuti installare tavoli da poker e totem presso la sala giochi, con riferimento alla normativa (legge 73/10) ed alle disposizioni impartite da AAMS con apposita circolare. Analoghe considerazioni quelle espresse dal dirigente di AAMS escusso come teste.
Successivamente l’arringa difensiva. Polemiche e sferzanti le considerazioni della difesa all’indirizzo di AAMS, che come affermato anche dal Tribunale di Perugia nell’ordinanza di riesame confermata in Cassazione, e’ autrice – ad avviso del difensore – di un incoerente ripensamento divulgato per giunta con una semplice circolare, avendo dapprima aggiudicato diverse concessioni per la raccolta on line a caro prezzo con il presupposto dichiarato circa la possibilita’ di raccolta di gioco presso i PDC per poi intervenire presso il legislatore per conseguire un provvedimento di legge suscettibile di ben diversa interpretazione. È ciò a danno degli operatori che mai avrebbero acquisito a quel prezzo il titolo se consapevoli che la raccolta si sarebbe limitata presso la sola sede indicata in convenzione e non presso i PDC. Ha aggiunto, il difensore, come pero’ ben altra interpretazione sia stata formulata dalla Corte di Cassazione con la Sentenza 31 maggio 2013, avente peraltro il pregio di chiarire le prerogative dell’intermediario e della diversa figura del titolare di PDC.
Il Tribunale di Brescia ha assolto con ampia formula, con dissequestro del tavolo da poker e 60 giorni per la motivaz