Il calcio dei ricchi Il nuovo Abramovich re del mercato

Il calcio dei ricchi Il nuovo Abramovich re del mercato

Monaco, 3 gugno 2013 - Per Radamel Falcao ha speso sette milioni di euro in meno di quanto sborsò per regalare alla figlia un appartamento su Central Park. Dmitry Rybolovlev non è uno che ci pensa troppo quando si tratta di tirar fuori il portafogli. Se ne è accorto Claudio Ranieri, che l’anno scorso accettò di ripartire dalla serie B francese dopo l’ultima delusione italiana sulla panchina dell’Inter, e ora si trova a guidare una fuoriserie pronta a contrastare una superpotenza come il Psg dello sceicco Al Thani in Ligue 1.

Da quando questo russo, 119esimo uomo più ricco al mondo secondo Forbes, proprietario tra le altre cose anche di un’isola, ha deciso di imitare il suo connazionale Roman Abramhovic iniziando a investire sul calcio, a Monaco si respira tutta un’altra aria. Nel Principato non vedono uno scudetto dal 2000 e la finale di Champions League contro il Porto nel 2004 fu solo una felice parentesi in anni difficili.
Il paperone russo ha voluto fare le cose con calma. Acquistatate il 66% delle azioni della società nel 2011, conclude il primo anno con un ottavo posto nella seconda divisione francese. Tempo di prendere le misure e conoscere meglio la sua nuova creatura. Ecco, quindi, che nell’estate del 2012 decide di affidare la squadra un italiano che di pallone la sa lunga come Claudio Ranieri, gli regala diverse prime scelte per un campionato di secondo livello (dall’argentino Ocampos per cui ha speso 13 milioni, all’ex juventino Poulsen) ed ecco che la stagione si conclude in maniera trionfale. Promozione con due giornate di anticipo e promesse di una campagna acquisti faraonica.
Per capire che il russo non stesse bluffando sono bastati pochi giorni. Prima ha coperto d’oro il Porto per i talentuosi Moutinho e James Rodriguez, poi è arrivata la ciliegina. Sessanta milioni all’Atletico per Falcao (i maligni dicono che a gennaio andrà al Real), il terzo giocatore più forte in giro su questo pianeta dopo Messi e CR7. Dieci milioni all’anno per il colombiano, che ha preferito i soldoni russi nel Principato al richiamo della dolce sinfonia della Champions League.

Ora in Francia tremano e sono arrivate già le prime polemiche perché, si sa, a Monaco la tassazione è molto più allegra. «Ora pagate le tasse come noi» hanno tuonato i club della Ligue 1, che si è trovata in pochi anni dall’essere un campionato di seconda fascia a diventare uno dei tornei più interessanti d’Europa con stelle che vanno da Ibra a Falcao. A marzo la Lega si era già mossa, imponendo al Monaco di spostare la sede in Francia entro il 2014 per sottostare all’imposta al 75% per i milionari. I monegaschi hanno risposto picche, facendo ricorso in Consiglio di Stato per fare annullare la decisione. I privilegi risalgono al 1869: basterà un ambizioso magnate russo per cambiare le cose dopo oltre 150 anni?